Negli ultimi anni c’è stato un aumento del tasso di separazione e di divorzio ed una diminuzione dei matrimoni a fronte di un aumento di coppie di fatto.
Circa il 63% delle coppie divorziate hanno avuto dei figli durante il matrimonio.
Nella crescita evolutiva di un bambino è importante la presenza di entrambe le figure genitoriali, figure che dovrebbero essere il più possibile positive e presenti per i figli e quindi equilibrate e capaci di assumere le responsabilità proprie del ruolo psicoeducativo, che è importante nelle diverse fasi di sviluppo dell’età evolutiva.
Nelle separazioni è la coppia che viene meno e che si disintegra, non la genitorialità e le sue funzioni, che dovrebbero continuare ad esistere nell’interesse del figlio.
I genitori separati/divorziati devono garantire ai figli al momento della separazione l’accesso all’altro genitore. “Accesso” inteso non solo nel significato fisico, quindi incontrarsi e vedersi con l’altro genitore, ma un lasciare andare anche emotivamente e psicologicamente.
Purtroppo spesso si assistono a delle situazioni di separazione in cui il figlio diventa un’arma di ricatto, ricatto economico… con tutto quello che comporta il carico emotivo per il figlio.
MA I FIGLI COME VIVONO LA SEPARAZIONE/DIVORZIO DEI GENITORI?
La separazione della coppia genitoriale richiede ai figli, bambini e adolescenti, un grandissimo sforzo di adattamento. Questo perché la separazione di una coppia è il punto di arrivo di tutta una situazione di conflitti, incomprensioni, litigi, di “non accorto” che inizia ad un certo momento di un ciclo vitale di una coppia.
È una decisione molto sofferta, a volte ci si pensa tanto tempo, troppo; a volte ci si pensa in maniera frettolosa; a volte invece si arriva alla separazione già sfiniti, per una serie di conflitti molto aspri, difficili e violenti.
La rottura che si crea fra la coppia di genitori, già percepita fin dalle primissime fasi dal bambino/adolescente, va ad attivare all’interno di ogni bambino un’area di vulnerabilità che segna naturalmente il percorso evolutivo della crescita. Alcune variabili che possono influire in questa delicato momento sono:
COSA SI PUO’ FARE: I GRUPPI DI PAROLA!
I Gruppi di Parola Sono uno strumento di aiuto.
Sono rivolti a figli che affrontano una separazione familiare e per genitori che si trovano a ridefinire e ricostruire i confini relazionali e familiari, poiché consentono di comprendere meglio i bisogni e i vissuti dei propri bambini.
Il Gruppo di Parola è uno strumento che ha uno scopo preventivo, proprio perché non è un gruppo di psicoterapia. La cosa importante è che consentono ai bambini di acquisire una modalità diversa per affrontare la separazione dei genitori.
I bambini che vivono l’evento della separazione hanno un grande bisogno di poter essere ascoltati, ma soprattutto di condividere, confrontarsi e poter esprimere in un ambiente protetto le emozioni che per molto tempo forse hanno taciuto e che per molto tempo non sono riusciti a tirar fuori. Ecco perché attraverso il gruppo di parola ai bambini viene dato uno spazio, un supporto ed una protezione.
Il gruppo non è solo un setting, ma è proprio lo strumento. I bambini si trovano insieme a delle figure professionali che li aiutano, a poter esprimere le emozioni, dare voce ai pensieri, in un contesto in cui possono essere rielaborate e in un contesto in cui gli viene data importanza come prima non era stata fatta.
I figli di genitori in conflitto possono sperimentare una difficoltà a trovare uno spazio in cui i loro bisogni, paure ed emozioni vengono ascoltati, e quindi il gruppo di parola è uno spazio, un luogo e un tempo in cui i bambini possono esprimere qualcosa che loro sentono.
Il genitore può arrivare a portare il figlio al gruppo di parola perché ne riconosce la difficoltà e il bisogno.
Colloquio con i genitori: prima del gruppo di parola viene fatto un colloquio con i genitori conoscitivo, importante sia per avere il consenso da entrambi i genitori, sia per valutare la possibilità di avviare un percorso all’interno del gruppo di parola, che possa rispondere in maniera specifica ai bisogni del bambino. Nel colloquio conoscitivo con la coppia si raccolgono tante informazioni, può anche emergere che i bambini hanno delle particolari difficoltà e che quindi possono necessitare non tanto di un gruppo di parola, ma di un intervento individuale.
Questo serve ad esplicitare il contratto, in cui i genitori danno il consenso informato, si accorda la disponibilità della coppia genitoriale a partecipare all’ultimo incontro insieme ai propri figli.