In questi ultimi anni si parla sempre più spesso delle cosiddette nuove dipendenze o, per usare un termine inglese, delle "new addictions", cioè di quei comportamenti socialmente accettati che, ripetuti ossessivamente, fino all'estremo o in modo continuamente vano e insensato, smettono di svolgere il loro ruolo sociale per schiavizzare l'essere umano.
Vengono definite “Nuove Dipendenze” in quanto non è implicato l’intervento di alcuna sostanza chimica, ma nonostante ciò hanno effetti che sono altrettanto preoccupanti e a volte persino devastanti.
COME SI MANIFESTA UNA DIPENDENZA?
Si manifestano con un crescendo di tensione ed eccitamento che precede l’inizio del comportamento, una sensazione di piacere e sollievo durante lo svolgimento del comportamento e una conseguente percezione di perdita di controllo con coazione a ripetere del comportamento, nonostante la consapevolezza dell’insorgere di conseguenze negative.
PERCHE' ALCUNI SVILUPPANO UNA DIPENDENZA E ALTRI NO?
Il termine “Dipendenza” significa avere bisogno, necessità, di qualcuno o qualcosa per soddisfare una propria esigenza vitale: un benessere fisico o un equilibrio psicologico. Esistono dunque sia dipendenze sane che dipendenze patologiche. Sane e naturali sono, ad esempio, la dipendenza dall'aria, dall'acqua, dal cibo, dalle relazioni sociali, dagli affetti familiari, dalla vita spirituale, nella misura in cui tutto ciò ci consente di poter vivere e accrescere la nostra interiorità.
Patologiche sono quelle dipendenze che, viceversa, diminuiscono o annullano il controllo su noi stessi, compromettendo gravemente la qualità della nostra vita e quella altrui. Tali dipendenze causano una perdita di controllo sulla capacità di scegliere, di saper dire no. Di questo tipo sono le dipendenze da sostanze e da oggetti (alcool, droghe, farmaci, beni di consumo), le dipendenze da persone (genitori, parenti, partner amorosi o sessuali, capi carismatici) o da situazioni (sesso, trasgressioni, eccessi, ecc.).
La dipendenza patologica s'instaura quando si ricorre sistematicamente ad esperienze fuori dall'ordinario, stordenti o eccitanti, per evitare ansia, panico o depressione, per riuscire a mettersi in relazione con gli altri, per provare emozioni significative nei confronti della realtà o di se stessi, per mantenere un equilibrio psicofisico, per sentirsi all'altezza delle situazioni di vita e di lavoro.
COME CI SI ACCORGE DI SOFFRIRE DI UNA DIPENDENZA?
Alcuni atteggiamenti che possono indicarcelo sono: l'impossibilità a resistere all'impulso di mettere in atto un certo comportamento; una sensazione crescente di tensione prima dell'inizio dell'atto e di perdita di controllo durante; ripetuti tentativi di ridurre o abbandonare il comportamento; reiterazione del comportamento nonostante la consapevolezza che lo stesso possa causare o aggravare problemi di ordine sociale, finanziario, psicologico o psichico; agitazione o irritabilità in caso di impossibilità a dedicarsi al comportamento.
Attenzione, però: non bisogna confondere una intensa attività o un uso intenso e smodato con la dipendenza: colui che sa comunque "gestire" i propri eccessi non è un dipendente, anche se è esposto a diventarlo.
COSA SI PUO' FARE CON LA PSICOTERAPIA?
Queste dipendenze non causate da sostanze sono molto insidiose perché meno riconoscibili e meno trattabili con mezzi terapeutici. Le persone colpite sentono una vera e propria schiavitù fisica e sintomi precisi: senza la loro "droga" avvertono nausea, mal di testa, senso di vertigine, vomito, sviluppano aggressività, ansia ed atteggiamenti patologici.
Le nuove dipendenze richiedono modelli di trattamento terapeutico specifici individuali o di gruppo.
In terapia si lavora con il paziente affichè egli comprenda l’origine del disturbo ed apprenda utili tecniche di “disintossicazione” dall’oggetto della dipendenza al fine di tornare alla vita reale.
Il modello cognitivo comportamentale si è dimostrato particolarmente efficace nel trattamento delle dipendenze patologiche poiché lavora sulla reale possibilità di cambiamento e di soluzione del problema, favorendo nel paziente l’elaborazione di strategie comportamentali utili al cambiamento, rinforzando l’autoefficacia e promuovendo l’autostima.