L’ansia non deve essere considerata come un nemico, ma è un segnale, un avvertimento e in alcuni casi anche un’”amica” che ci sta dicendo qualcosa di importante per la nostra vita.
Ci indica i nostri limiti, quello che possiamo o non possiamo fare; prepara il nostro corpo verso una prestazione particolare, mettendolo in azione (es. prima di un colloquio di lavoro o una prova per noi importante, da un lato ci prepara alla prestazione, dall’altro ci aiuta a non sottovalutare l’impegno); ci comunica che siamo sotto stress e ci invita a rallentare i ritmi oppure rappresenta la punta dell’iceberg di una situazione affettiva, sentimentale o professionale che non ci va più bene (es. frequentiamo una persona ma, durante ogni incontro con lei, proviamo una strana tensione emotiva che percepiamo negativa.
In tal caso l’ansia ci sta dicendo di diffidare o magari, in caso di una relazione d’amore, che lui o lei non è la persona giusta per noi o che “minaccia” certi nostri modi di essere e di pensare).
L’ansia si manifesta in vari modi, mostrando moltissime facce diverse. A volte arriva come una paura senza apparente motivo, procurandoci spiacevoli sintomi fisici e psichici. Ma spesso l’ansia coincide con stanchezza, vuoto difficile da riempire, calo di energie oppure con sintomi psicosomatici: cefalea, gastrite, eczema…
Quando diventa eccessiva o diventa limitante è importante affrontarla fin dall’inizio perché tende a peggiorare. Frequente è il manifestarsi del fenomeno “l’ansia dell’ansia”: cioè la paura di avere l’ansia che genera l’ansia stessa.
Per affrontare l’ansia è necessario anche cambiare modo di pensare, rendendosi conto che di frequente sono gli atteggiamenti negativi e certi pensieri responsabili dell’ansia. Ad esempio, l’ansia ha tipiche caratteristiche, una fondamentale: più ci si pensa, più aumenta. Meno importanza le si dà, meno effetti negativi produce.