Si ragiona solamente dentro due grandi categorie opposte, senza vie di mezzo: o sto totalmente a dieta senza sgarrare niente oppure non la seguo per niente e mangio di tutto.
Capita spesso che magari ogni tanto si sgarri e allora il nostro pensiero diventa “ormai ho sgarrato, tanto vale farlo bene”, come se avessimo mandato a monte tutta la fatica fatta.
Lo sgarro è normale e va accettato e considerato come una tappa normale di un regime dietetico, per cui nel momento dello sgarro bisogna nuovamente visualizzare le motivazioni che ci hanno spinto a metterci a dieta e ridimensionare la situazione e da li riprendere il nostro regime dietetico ancora più motivati.
Si prevede un futuro negativo, senza prendere in considerazione altri possibili esiti.
Ne sono un esempio i pensieri: “Questa settimana non ho perso peso, non riuscirò mai a dimagrire!”, oppure: “Ho sgarrato, per cui non riuscirò mai a resistere e a seguire una dieta”.
Ci diamo delle motivazioni razionali al motivo per il quale stiamo mangiando in eccesso, motivi che in altri momenti siamo consapevoli non essere veri… “Mangio perché è un peccato sprecare il cibo”, “Compro quel determinato cibo perché gli altri componenti della famiglia lo vogliono (in realtà nessuno lo chiede)”, “Mangio perché è gratis”.
Essere sicuri di quello che gli altri pensano senza avere delle prove convincenti e reali: “Se alla festa non mangio la gente penserà che sono sempre a dieta”, “Devo mangiare quello che hanno cucinato, altrimenti se la prenderanno”.
Pensieri negativi di critica verso sé stessi: “Non sono capace di seguire una dieta”, “Sono debole, un fallito”, “Non ho forza di volontà”, “La dieta è troppo dura, in questo momento non posso farcela”.
Sentire un senso di ingiustizia nel seguire una dieta: “Non è giusto che io stia a dieta mentre gli altri possono mangiare tutto quello che vogliono senza problemi”.