I bambini crescono, e chi prima e chi dopo arrivano in quell’età “difficile” chiamata Adolescenza. Difficile sia per loro, per il cambiamento fisico ma soprattutto psicologico che si trovano ad affrontare, ma difficile anche per i genitori. Soprattutto se si tratta del primogenito o figlio unico, quindi la prima esperienza.
Spesso i genitori mi riportano un’enorme difficoltà nel far rispettare le regole, nel rapportarsi a loro, nel trovare momenti e i modi giusti di dialogare. Si trovano di fronte ad un nuova “persona” che niente sembra a che vedere con il bambino dolce e tranquillo di prima. Costantemente connesso con il cellulare, ipad, ipod, televisione e tutta la tecnologia possibile, ma sempre meno disposto a dialogare con loro, a richiedere il loro aiuto, ad aprirsi a loro di fronte alle difficoltà. Scontri, conflitti e relazioni faticose, discussioni continue per la conquista di “nuovi diritti” ed una maggiore autonomia.
Ma come possono sentirsi i genitori di fronte a questo evento di vita inevitabile? E come è meglio comportarsi?
Non esiste un “manuale del perfetto genitori”, ma sicuramente ci sono alcune accorgimenti utili da tenere a mente ed attuare dai genitori quotidianamente.
IL RAPPORTO CAMBIA.
Mentre il bambino ha bisogno di un genitore-alleato per affrontare la sua quotidianità e quindi rappresenta un appoggio e una base da cui poter esplorare il mondo, nell’entrata dell’adolescenza questo bisogno cambia, il ragazzo deve “giocare la sua partita” e guadagnarsi un po’ alla volta le sue conquiste. Questo significa che bisogna concedere e permettere al ragazzo una maggiore esplorazione del mondo, ma graduale, non si deve concedere tutto subito, ma un po’ alla volta, in modo da permettere di acquisire una graduale autonomia e saperla gestire.
NON CEDERE A TUTTE LE RICHIESTE: SI DEVE NEGOZIARE.
Negoziare significa confrontarsi e discutere con un adulto. Non si deve cedere subito ad una richiesta del ragazzo, ma provare anche a mettere in campo soluzioni alternative (anche creative) che lo portano ad una negoziazione.
In questo periodo l’adolescente ha una visione del “tutto subito”, spesso in base al fatto che “gli altri ce l’hanno e tutti lo fanno”, ma non è sicuramente questo il modo giusto di affrontare la vita.
IL TIPO DI GENITORE: FLESSIBILE.
In base al problema da affrontare o alla situazione si deve cercare di adottare l’atteggiamento migliore. Un approccio sempre rigido e restrittivo, così come un approccio sempre amichevole e protettivo non vanno mai bene, ma sono da calibrare. L’approccio deve essere flessibile.
Proteggerlo da pericoli reali, standogli accanto dinanzi alle prime sfide della vita, e spingerlo quando non si sente all’altezza.
L’ADOLESCENTE AL CENTRO DI UN’ATTENTA VALUTAZIONE.
Ogni problema deve essere valutato attentamente. Il “fare” il genitore richiede di tenere a mente alcuni principi fondamentali:
1. anche se sembra indifferente, per lui conta molto ciò che dicono o fanno mamma e papà.
2. Ad un figlio adolescente servono due genitori e non due amici.
3. Il figlio in adolescenza cambia, per cui è necessario che anche i genitori cambiano le modalità di porsi con lui.
4. I cambiamenti dei figli devono essere visti in un ottica di conquista dell’autonomia
5. Sottolineare molto chiaramente quando vostro figlio ottiene un buon risultato, con frasi come “Sei stato molto bravo! Sono orgoglioso di te!”
6. Se siete furiosi ed esasperati accettate di posticipare la discussione. Il giorno dopo comunicare a vostro figlio che cosa avete deciso (castighi, sanzioni…)
7. Non esagerate con i permessi dati a vostro figlio: anche la libertà è da negoziare e va data un po’ alla volta
8. Evitare di fare ricatti morali (“Così mi fai soffrire”) o di essere autoritari, giocando sempre a braccio di ferro per ogni cosa.