Ogni individuo si pone di fronte alle dinamiche adolescenziali in modo unico e personale. Di conseguenza possiamo parlare, citando Pirandello, di una, nessuna o centomila adolescenze…
Infatti se è vero che si tratta di un fenomeno esclusivo ed irripetibile, è altrettanto vero che esistono punti in comune, che ci permettono di descrivere adolescenze adeguate, ritardate, prolungate, sacrificate, antisociali e dipendenti.
- Parliamo di adolescenza adeguata quando il processo di crescita pone il ragazzo di fronte ad un livello di stress che riesce a tollerare. Nonostante il cambiamento sia faticoso e lento, malgrado siano presenti momenti in cui si avverte il bisogno di tornare indietro, ad uno stadio di vita precedente e ben conosciuto, non si evidenziano problematiche particolari. Si tratta di ragazzi che, se di fronte ad una difficoltà, sanno chiedere aiuto in maniera spontanea.
- Adolescenza ritardata: si tratta di una condizione molto frequente. Il soggetto non abbandona le strategie, le difese e le modalità comunicative della fase precedente. In genere appartengono a famiglie borghesi, portano avanti i loro studi, intraprendono carriere già avviate in famiglia, sposano persone accettate dai genitori e riproducono il modello familiare. Spesso verso i 30 anni, o al primo impatto con la realtà, si trovano a fare i conti con la propria adolescenza non superata.
- Adolescenza prolungata: è meno frequente. In questi casi si ha un arresto all’adolescenza. Parliamo di giovani che cercano di evitare scelte definitive, sono spesso eterni studenti, sul piano dell’autoaffermazione hanno frequentemente progetti grandiosi. Diventare adulto significa per loro rinunciare, scegliendo una strada, a poter diventare qualsiasi cosa.
- Adolescenza sacrificata: per motivi diversi, questi adolescenti non possono disporre del tempo necessario da dedicare alla formazione della loro personalità. Rientrano in questa categoria i ragazzi che entrano precocemente nel mondo del lavoro e quelli che sostengono ruoli di tipo genitoriale all’interno della famiglia d’origine.
- Adolescenza antisociale: si tratta di un esito in stretta correlazione con le dinamiche del bullismo. Parliamo di adolescenti che tendono ad auto-idealizzarsi e provano spesso piacere nell’infliggere agli altri pene e dolore. Sono ragazzi che amano manipolare il mondo secondo i propri disegni.
- Adolescenza dipendente: in questa categoria rientrano moltissime tipologie di dipendenze, tanto che spesso è difficile parlare di tratti comuni.
Tra le più frequenti vi sono la dipendenza affettiva, quella da alcool e altre sostanze, la dipendenza da intenet e dal gioco d’azzardo.
In tutti questi casi è presente un bisogno continuo di vicinanza rispetto alla fonte di dipendenza; spesso esiste una sottocultura più o meno vasta di individui che palesano gli stessi bisogni, generando un senso di appartenenza e di identità. Il rischio è che si crei tuttavia un forte distacco dalla realtà vissuta come scomoda e poco desiderabile.